Incontro con Enrico Calamai
Una giornata di riflessione con lo Schindler di Buenos Aires
Settembre è stata l'occasione per festeggiare il decennale dell'apertura del Museo, un evento di grande rilevanza per il quale la struttura ha scelto di ospitare Enrico Calamai, console italiano a Buenos Aires durante gli anni della dittatura militare argentina. Data la portata storica della sua azione, la rilevanza del suo impegno nella difesa dei diritti umani, la serie di incontri ha ricoperto un ruolo di primo piano non solo nell'ambito dei festeggiamenti per il decennale, ma anche nel quadro delle attività proposte durante la stagione di apertura.
Enrico Calamai è ricordato come "lo Schindler di Buenos Aires" perché rischiò in prima persona per ritrovare, mettere in salvo e far espatriare quasi cinquecento persone, vittime o potenziali vittime della repressione dittatoriale argentina. Dopo l'esordio consolare in Cile, terminato a seguito del golpe di Pinochet, il giovane diplomatico italiano venne trasferito in Argentina nel 1973, dove assunse la carica di vice-console. Nel marzo del 1976 la giunta militare prese il potere e iniziò una durissima campagna repressiva nei confronti degli oppositori politici. All'epoca la speranza era solo la fuga; tanti argentini di origine italiana cercarono aiuto nel consolato, privi di soldi, di mezzi e, soprattutto, di documenti, ma la volontà di Calamai non si piegò ai voleri di quel sanguinoso regime.
L'opera di Enrico Calamai è arrivata al grande pubblico con la miniserie dal titolo "Tango per la libertà ", andata in onda su Rai 1, adattamento dei libri "Faremo l'America" e "Niente asilo politico". Inoltre, il programma "La storia siamo noi" ha dedicato alla sua figura la puntata "Un eroe scomodo".
Calamai ancora oggi è attento al tema dei "nuovi desaparecidos", ossia delle decine di migliaia di profughi che scompaiono nel loro tragitto verso condizioni migliori di vita. Tale impegno è pienamente condiviso dal Museo che, partendo dalla storia degli emigranti piemontesi, anche da quella dei moltissimi giovani che oggi lasciano la nostra terra, volge lo sguardo alle nuove forme di migrazione, nella consapevolezza che tale fenomeno non si presenta più in modo episodico, ma è ormai pienamente strutturale nella vicenda umana del XXI secolo.
La possibilità di ospitare una figura di così elevato profilo nel nostro territorio, si pone in coerenza con la volontà già espressa del Museo di offrire spunti di riflessione utili a maturare una più consapevole cittadinanza. In tal senso per gli studenti delle classi IV e V poter sentire il racconto di quegli anni terribili dalla viva voce di chi li ha vissuti, voleva rappresentare un ulteriore arricchimento del bagaglio culturale di ciascuno. Infatti, nel corso del soggiorno piemontese di Calamai, abbiamo organizzato due incontri con le scuole locali: venerdì 30 settembre il Console è stato ospitato dall'istituto secondario di primo grado di Frossasco, il giorno successivo dalla scuola secondaria di secondo grado di Pinerolo presso l'auditorium del Liceo Scientifico "Marie Curie".
Venerdì 30 settembre, alle ore 20,30, è stata l'occasione per ascoltare la presentazione dell'ultimo libro scritto da Calamai, titolato "Niente asilo politico". Quest'ultima ha avuto luogo presso la sede del Museo e ha visto un notevole afflusso di pubblico, il quale ha anche interagito a più riprese con il Console ponendo diverse domande nel corso della serata.
Sono intervenuti alla serata: il sindaco di Frossasco, il Dott. Ing. Federico Comba, Elvi Rossi (l'ex sindaco di
Frossasco), Elvio Rostagno (consigliere regionale).